“Adesso stiamo cominciando a vedere gli effetti tragici della guerra?”: questa la domanda che David Parenzo ha posto a Federico Rampini a In Onda su La7, riferendosi all’inflazione e alla profonda crisi economica degli ultimi tempi. Rispondendo all’interrogativo, l’editorialista del Corriere della Seraha voluto fare una precisazione: “L’inflazione non nasce con la guerra, è nata prima. Già a metà dell’anno scorso l’inflazione era in rialzo soprattutto negli Usa. La guerra l’ha peggiorata, ha gettato altro carburante sul fuoco dell’inflazione con lo shock energetico, ma anche quest’ultimo era iniziato prima”.
Sull’individuare le cause dell’inflazione, invece, Rampini ha detto di avere qualche difficoltà: “Difficile capirle. Anche se ci sono stati diversi fattori, come l’aumento della spesa pubblica americana per compensare i danni della pandemia, la ripresa economica in Cina con le imprese che hanno ricominciato a esportare, anche se mancavano le materie prime”. Il giornalista, poi, ha fatto riferimento anche a un mistero riguardante la Cina: “Ha accumulato parecchie scorte di grano, in questo momento sta seduta su montagne di grano più di tutto il resto del mondo messo insieme”. Come se Pechino fosse già preparata alla possibilità di una crisi profonda. Rampini, infine, ha puntato il dito contro alcuni soggetti in particolare, le banche centrali: “Hanno delle colpe gravi, si sono accorte tardi dell’inflazione e sono partite tardi”. E ancora: “Può darsi che alla fine Putin abbia ragione e che l’Occidente si sfilacci ancora di più. Già adesso la compattezza dell’Occidente non è la stessa di un mese, due mesi fa, la crisi economica influisce”