Disastro Viminale sull’organizzazione dei seggi per il voto delle elezioni amministrative e del referendum sulla giustizia. I disordini più gravi si stano verificando a Palermo, dove a diverse ore dall’apertura alcuni seggi non permettono il voto ai cittadini. Decine di tra scrutatori e presidenti hanno dato forfait ieri, costringendo la prefettura a cercare di trovare una soluzione. Un disastro annunciato che rischia di generare caos, soprattutto per il referendum sulla giustizia. “A Palermo, dove sono in programma anche le amministrative, in alcuni seggi non è ancora possibile votare per i referendum per la mancanza di presidenti”, denuncia la Lega.
Amarezza anche da parte di Matteo Salvini, che ad Affaritaliani si sfoga: “Pazzesco, a due ore dall’inizio del voto decine di seggi ancora chiusi, e in altri si può votare solo per il Comune, ma non per i Referendum. Il ministro Lamorgese, il presidente Draghi e il presidente Mattarella ritengono che tutto ciò sia normale?”.
Il Carroccio, tra i più convinti promotori del referendum sulla giustizia, si è appellato al Viminale e al Quirinale per chiedere correttezza nello svolgimento del voto. A differenza delle amministrative, infatti, per il referendum è possibile votare solamente oggi fino alle 22 e il fatto che si stia ritardando l’apertura dei seggi rischia di essere deleterio per un’equa procedura. “Questa mattina avrei voluto esercitare il mio diritto al voto ma non è stato possibile perché arrivata al seggio, presso la scuola di via Bologni nel quartier Boccadifalco, ci hanno detto che la sezione 375 era chiusa perché mancava il presidente. Sono nel pallone perché non sanno come risolvere questa situazione. È passata più di un’ora e ancora il seggio è chiuso. A questo punto, io vado a lavorare. Mi è stato negato il diritto al voto e ritengo che sia gravissimo”, denuncia Paola Maranzano. Grande la rabbia tra gli esponenti della Lega: “Situazione grave e inaccettabile, democrazia a rischio, è necessario allungare l’orario del voto”. L’appello rivolto al Colle e al Viminale per il momento non ha sortito effetto. Nei seggi regna il caos. “Sono arrivati già diversi elettori che hanno chiesto di votare ma abbiamo spiegato loro che ci sono alcuni problemi e ci hanno risposto che ritorneranno più tardi, ma non è detto considerata la bella giornata e la partita del Palermo”, ha ammesso Marcella Garbini, 49 anni, scrutatrice nella sezione 196, che si trova nell’istituto comprensivo Cruillas in via Salerno, un quartiere della prima periferia di Palermo. Sono 50 i presidenti mancanti, una situazione che genera un disordine enorme nelle operazioni di voto, perché le operazioni di insediamento del seggio sono complesse perché ci sono le schede dei cinque referendum più le due schede delle amministrative. Pertanto, le operazioni preliminari prevedono la conta, il controllo, la vidimazione e la firma di migliaia di schede elettorali. Operazione che in molti seggi, insediati regolarmente ieri, è durata anche 4-5 ore.