In calo nei sondaggi, scaricato anche dal Washington Post per la sua imminente visita in Arabia Saudita, Joe Biden sembra essere entrato nel suo momento più duro.
Per i media americani il disastro alle elezioni di midterm, a novembre, per il rinnovo del Congresso, appare sempre più “clear, scarier and more real”, sempre più chiaro, spaventoso e più concreto, mentre l’inflazione e il prezzo del carburante restano alti. Biden si trova di fronte a un livello allarmante di perplessità che arriva non solo dai Repubblicani, ma dall’interno del suo stesso partito.
Secondo l’ultimo sondaggio New York Times/Siena College, il 64 per cento degli elettori democratici vorrebbe vedere un nuovo candidato alle presidenziali del 2024. Solo il 13 per cento degli intervistati si dichiara soddisfatto di come stanno andando le cose, mentre quelli che vedono una “rotta sbagliata” sfiora l’80 per cento, percentuale che non si registrava da prima che alla Casa Bianca entrasse Barack Obama. Nel complesso, l’indice di popolarità del presidente è sceso al 33 per cento
A 79 anni Biden è già oggi il presidente più anziano della storia degli Stati Uniti, ed è in questa età che si trova ad affrontare le battaglie politiche più dure. L’ultimo caso riguarda il viaggio in Medio Oriente dove Biden spera di ottenere un aiuto per riportare il prezzo del petrolio a livelli accettabili. Il Washington Post è uscito oggi con un intervento molto duro nei confronti della Casa Bianca.
Sotto accusa è la visita in programma in Arabia Saudita, terra del principe ereditario Mohammed bin Salman indicato dallo stesso Pentagono come il mandante dell’orrendo omicidio di Jamal Khashoggi, editorialista del Washington Post e dissidente, smembrato e fatto sparire nel 2018.
“Il presidente – scrive il Post – dovrebbe sapere che l’incontro con bin Salman darà al leader saudita esattamente ciò che tre anni di campagne di pubbliche relazioni saudite, spese di lobbying e persino una nuova lega di golf non hanno ottenuto: un ritorno alla rispettabilità”.
Biden è accusato di avviare una “inaspettata assoluzione” a uno dei personaggi più controversi del mondo arabo, quel Salman che lui stesso aveva definito un “paria”. Il viaggio, in definitiva, secondo il Washington Post rischia di “corrodere l’autorità morale” dell’America. Negli ultimi tempi Biden è parso anche particolarmente stanco, molto più impacciato, incline alle gaffe, per non dire rincoglionito del tutto dalla ‘Medal of Freedom’ allacciata impropriamente con la medaglia rimasta sulla schiena di un veterano del Vietnam a quel ‘ripeti la frase’ pronunciato ad alta voce durante un discorso, senza rendersi conto che fosse un sottotesto del suo staff, un’indicazione non da leggere ma da eseguire.
Biden appare anche meno pronto a rispondere a braccio. Nel frattempo alcuni importanti Democratici di centro hanno cominciato a prendere le distanze. L’ultima è stata Abigail Spanberger, delegata della Virginia, che ha lanciato l’allarme sul rischio di andare troppo a sinistra alla vigilia delle elezioni. In un recente intervento pubblico, la rappresentante del Congresso ha evitato di dare sostegno a Biden.
E un altro degli amici più stretti del presidente, il delegato dell’Ohio Tim Ryan, non si è presentato a un evento tenuto da Biden a Cleveland. Quello che gli analisti si attendono nelle prossime settimane, sarà uno scontro tra moderati e progressisti che proveranno a strattonare il presidente per fargli prendere una decisione che dia una scossa all’elettorato.
Ma, al momento, la realtà è che gli elettori democratici appaiono arrabbiati e frustrati, e sempre più americani cominciano a cercare un’alternativa a Biden, prima che la trovino gli elettori nelle elezioni del 2024.