L’Aula del Senato ha confermato la fiducia al governo posta sul dl aiuti.
I sì sono stati 172, i no 39, nessun astenuto.
Il M5s non ha partecipato al voto risultando assente alla prima e alla seconda chiama. Il premier Mario Draghi ha lasciato il Senato ed è salito al Quirinale dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Con il Movimento era saltata anche l’ultima ipotesi di mediazione lanciata dal ministro pentastellato D’Incà, che aveva proposto l’ok al testo senza fiducia.
In queste ore si pensa a un governo Amato per portare a termine la legislatura. Una ciambella di salvataggio per aggrapparsi alla quale è tornato in pista Massimo D’Alema, il quale starebbe sondando i partiti su questa ipotesi. Lo ha scritto sui social il grillino Nicola Morra. “D’Alema starebbe sondando Conte e Salvini per capire se si possa fare nascere un esecutivo con Amato Presidente del Consiglio che ci porti alle elezioni a scadenza naturale della legislatura. D’Alema…Amato…Zombies si diceva? E qualcuno ha resuscitato questi testimoni del ‘900!”.
Il senatore grillino dimentica di dire che a tale “capolavoro” di restaurazione hanno contribuito in modo determinante anche i 5Stelle che hanno inventato la “mezza sfiducia” o meglio la fiducia “ma non su tutto”. Nel governo sì, ma con un piede dentro e un piede fuori. Situazione che per dignità Draghi non può certo tollerare, anche se Mattarella eserciterà la sua forza persuasiva per scongiurare ancora una volta le elezioni.