In un interessante articolo pubblicato il 30 luglio su LaVerità, redatto da Giorgio Gandola, apprendiamo che persino il FNOMCeO (impronunciabile acronimo della Federazione Nazionale dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri) sarebbe parte attiva del dilagante gretinismo italiano. Condividendo con sacra devozione le preoccupazioni pseudo-scientifiche di Greta Thumberg, alias Cassandra climatica del terzo millennio, Guido Giustetto, responsabile della commissione Salute e Ambiente di questa potente organizzazione, ha puntato il dito contro un presunto eccesso nell’uso degli esami clinici, come le risonanze magnetiche e le analisi del sangue. «L’ambiente è un problema di salute – ha sentenziato Giustetto -, le modificazioni dell’ambiente incidono sulla salute e il sistema delle organizzazioni sanitarie contribuisce in una parte non piccola al riscaldamento globale. Alcuni studi calcolano questo valore attorno al 4/4,5 per cento. Le nostre attività generano un aumento delle temperature».
Dopodiché questo ambientalista col camice bianco, il quale per la cronaca è anche presidente dell’Ordine dei medici di Torino, ci spiega numeri alla mano quanto sia climaticamente corretto curarsi il meno possibile con il seguente esempio: «Se noi facciamo un esame del sangue contribuiamo a produrre CO2 e quindi ad aumentare il calore. Per dare un’idea, per ogni 1.000 test del sangue noi inquiniamo, attraverso la produzione di CO2, come se percorressimo 700 chilometri in auto mobile » .
A dare risalto alla stupefacente presa di posizione del dottor Giustetto è il sito di Slow Medicine ETS, un movimento che si batte in favore “di un modello di salute condiviso, basato su sobrietà, rispetto e giustizia”. Avendo l’obiettivo di contrastare un presunto abuso nell’utilizzo di alcune tecniche offerte dalla medicina moderna, la stessa associazione ha promosso il convegno Choosing Wisely Italy, svoltosi il 15 giugno scorso, in cui sono stati divulgati alcuni dei dati ripresi con preoccupazione nella relazione di Giustetto.
Tant’è che, dopo l’anatema contro gli esami del sangue, quest’ultimo se la prende, per l’appunto, pure con le risonanze magnetiche. “Il dato più sconfortante – sottolinea Giustetto – è quello relativo alle tac, alle risonanze magnetiche. Una macchina per la risonanza magnetica che lavori per un anno mediamente produce una quantità di CO2 corrispondente all’inquinamento prodotto da un’auto che viaggi per 500mila chilometri”.
A questo punto, pur ammettendo che spesso la complessa esistenza moderna spinge ad alcuni eccessi, come quello molto psicologico di assumere farmaci placebo e sottoporsi ad esami del tutto inutili, finalizzati a tacitare le nostre svariate paranoie, una domanda sorge spontanea: ma in questi lunghi anni di follia pandemico-sanitaria, nella quale si continuano ad eseguire milioni e milioni di inutili tamponi a soggetti asintomatici, tanto per fare solo un piccolo esempio, gli autorevoli membri della Slow Medicine e quelli ancor più di peso sul piano politico della Federazione dell’Ordine dei Medici, rappresentata in tale frangente dal succitato Guido Giustetto, dove hanno vissuto, dentro una cassa di limoni? Quando il presidente dello stesso Giustetto, Filippo Anelli, in pieno delirio pandemico minacciava di radiare qualunque medico non si piegasse all’obbligo vaccinale, dopo averne sospesi a migliaia, al grido “Se non si vaccinano non sono fatti per questo mestiere”, tutto questo fervore ambientalista dove era andato a finire?
Forse che la somministrazione già eseguita di circa 140 milioni di dosi di vaccino anti-Covid, insieme alla colossale gestione per la conservazione (vedi catena del freddo) e la distribuzione di un trattamento sanitario senza precedenti nella storia non ha prodotto alcun aumento del famigerato diossido di carbonio, alias anidride carbonica, alias CO2?
Toc toc, amici dell’ambientalismo sanitario dei miei stivali, mentre l’Italia di Speranza & company continua a rincorrere in modo ben poco sobrio e ragionevole un virus oramai endemico e decisamente depotenziato, sprecando inutilmente enormi risorse, voi vi girate dall’altra parte, preoccupandovi di rendere ancor più lenti importanti test clinici i quali, sempre più spesso, costringono i pazienti ad attese di mesi se non di anni?
Non ci siamo proprio