La crisi dell’anidride carbonica, che rientra nell’ambito dell’emergenza dell’energia, stravolge la produzione in Italia. Ad essere coinvolte, dopo quelle dell’acqua minerale, sono le aziende che si occupano della birra. “La carenza di CO2 è un problema anche da noi. Oggi siamo fermi nello stabilimento di Biella, ma domani contiamo di potere ripartire” la lamentela arrivata dagli uffici di Menabrea e riportata da Repubblica. A fare un quadro della situazione è Pietro Di Pilato, consigliere di Unionbirrai: “Il problema nel settore c’è eccome, anche da noi. Ne risentono meno i birrifici più piccoli perché tendono a non utilizzare anidride carbonica nelle fasi di confezionamento, ma quelli di dimensioni medie e grandi pagano le conseguenze della mancanza di materia prima. Non c’è abbastanza anidride carbonica per tutti. Manca soprattutto nella versione liquida, il mio birrificio, per esempio, ne è senza da giugno. Stiamo andando avanti con i pacchi bombole, che però costano circa tre volte tanto e vengono forniti in maniera più discontinua”.In Germania è già scoppiata una crisi diffusa: “Sempre più società – dicono dall’ associazione tedesca dei birrifici che operano nell’industria e che dipendono dalla disponibilità di anidride carbonica si stanno fermando o stanno riducendo la loro produzione, con conseguenze spesso drammatiche”. Segnalate mancanze e criticità anche in Danimarca, Belgio e Polonia. Repubblica spiega così l’origine dei problemi: “Le principali aziende chimiche produttrici di anidride carbonica hanno ridotto le attività e quindi anche le forniture alle altre imprese, principalmente per l’aumento dei prezzi dell’energia e delle altre materie prime, contribuendo così a spingere verso l’alto i costi del biossido di carbonio utilizzato per liquidi e cibo”.
Caro-energia, scoppia la crisi della produzione di birra. Si fermano le fabbriche
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