“Presto una nuova nave”. La minaccia delle ong a chi ha vinto le elezioni

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Ancora non c’è nemmeno stata la proclamazione ufficiale dei partiti vincitori del turno elettorale e già le ong hanno iniziato il loro piagnisteo contro il governo di centrodestra. I primi ad alzare la voce nelle scorse ore sono stati i tedeschi di Sea Watch, che hanno annunciato l’arrivo di una nuova nave di soccorso, che si aggiungerà presto alla flotta civile nel Mediterraneo centrale, la Sea Watch 5, che è stata presentata nelle scorse ore, ancora sotto forma di progetto.

Sarà un adattamento della nave Ocean Don, attualmente ancorata in Norvegia, e sarà ancora più grande e capiente rispetto alle altre della flotta della ong. Ora l’organizzazione vuole soldi per costruirla e ha lanciato un appello per sostenere i lavori con una donazione o diventando membri sostenitori. Ma c’è un passaggio della loro richiesta che evidenzia come ci sia un certo fastidio verso quanto accade in Ucraina, dove donne e bambini (quasi nessun uomo) scappano dalla guerra. In quell’evento catastrofico, Sea Watch non ha possibilità di intervento e quindi nel loro appello dicono: “Per mesi, la guerra in Ucraina e l’inflazione hanno messo in ombra gli eventi catastrofici nel Mediterraneo. Oggi dobbiamo ricordare ancora più forte che ogni giorno le persone annegano durante il loro viaggio verso l’Europa”. La maggior parte delle persone che parte illegalmente, senza documenti, dalle coste dell’Africa settentrionale lo fa affidandosi agli scafisti, pagando cifre spropositate. Ma l’ingresso in Europa legalmente, con documenti e mediante canali regolari, non viene vietato a nessuno, così come la comunità internazionale è impegnata ad agevolare l’arrivo in Europa dei migranti che hanno diritto di protezione. Eppure, sembra che le ong guardino ad altro e credano di poter operare al di sopra delle leggi e delle istituzioni, come testimoniano le continue lamentele per il blocco amministrativo della nave Sea Watch 3 nel porto di Reggio Calabria per irregolarità rilevate dalla capitaneria di porto. Ora, come se non bastasse, le ong vogliono anche avere voce in capitolo sulla politica italiana e sulle scelte degli elettori: “Anche i risultati elettorali in Italia non lasciano ben sperare per il futuro del soccorso in mare”. Tutte le organizzazioni straniere che operano nel Mediterraneo e pretendono di sbarcare nel nostro Paese i migranti irregolari, dovrebbero acquisire il concetto che il voto di molti italiani è andato in quella direzione anche per contrastare l’arrivo indiscriminato di stranieri che, senza diritto, sbarcano in Italia.

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