I talebani non si arrendono: Covid o meno, baci vietati

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Covid – Il 13 aprile si celebra la Giornata Mondiale del Bacio e, ancora una volta, i nostri immarcescibili talebani sanitari non si fanno sfuggire l’occasione per rimarcare la loro “fondamentale” rilevanza nell’ambito della società italiana.

Il solito ritornello

Tra questi una menzione particolare la merita senz’altro Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit) e docente di Malattie infettive all’Università Tor Vergata di Roma. Commentando per AdnKronos la succitata ricorrenza, Andreoni si è così espresso: “Lo scambio di affettuosità è insito in alcune culture, ma abbiamo anche capito che dobbiamo fare attenzione. È giusto quindi tornare a scambiarsi i saluti in modo affettuoso, è importante anche per la salute delle persone fragili o ricoverate, ma facciamolo con attenzione: ad esempio se ci sono immunodepressi o grandi anziani laviamoci bene le mani, se sappiamo di non stare bene evitiamo di avvicinarci, e anche i bambini molto piccoli possono essere salutati con un bacio sulla nuca”.

La giornata del bacio

Ora, in primis sarebbe il caso di ricordare a questo moderno assertore della filosofia lapalissiana – fondata in onere di un celebre militare francese il quale, durante la battaglia di Pavia del 1525, era sicuramente vivo in fede mia poco prima che morisse – che da tempi immemorabili le persone comuni adottano simili accorgimenti, spesso anche nei confronti dei soggetti immunocompetenti quando sospettano di avere una influenza in corso. D’altro canto la stessa AdnKronos ha enfatizzato le scontate prescrizioni di Andreoni con un titolo che è tutto un programma: “Covid: Giornata del bacio, Andreoni, ‘si a saluti ma più attenti con i fragili’”.

Finita la pandemia, resta il terrore

Quindi, sebbene persino il chiusurista Joe Biden abbia ufficialmente dichiarato la fine della pandemia, dopo oltre tre anni di ingiustificato terrore virale sparso a piene mani, si è presa la palla balzo per collegare una giornata dedicata alla più diffusa espressione dell’affettività, quella rappresentata dal bacio, con una malattia sostanzialmente scomparsa, interpellando a riguardo uno degli ayatollah sanitari più intransigenti sul piano delle abominevoli restrizioni e ricatti che abbiamo duramente subìto.

Si tratta, infatti, di quello stesso Andreoni che in merito al green pass ha più volte, candidamente ammesso che il compito principale di questo intollerabile lasciapassare sanitario era quello di “stimolare i più riottosi alla vaccinazione.”

E che oggi questo sostenitore di un ricatto operato ai danni di 50 milioni di cittadini – della serie, se non ti vaccini resti chiuso in casa a marcire – ci venga a spiegare come regolarsi nelle affettuosità rivolte ai fragili, ciò rappresenta

una ulteriore presa per culo. Anche perché, a conti fatti, non ci sembra proprio che durante le fasi più calde della pandemia le misure adottate abbiano ottenuto risultati apprezzabili nella tutela dei medesimi soggetti fragili. Qualcuno sostiene, numeri alla mano, addirittura il contrario.

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