L’attacco dei droni al Cremlino avrà conseguenze pesanti sulla guerra in Ucraina. Non è ancora del tutto chiara l’origine, ma è certo che il regime di Mosca utilizzerà l’aggressione come pretesto per incrementare gli attacchi volti a rovesciare il governo di Zelensky. Il presidente della Camera bassa del Parlamento russo, Vyacheslav Volodin, ha chiesto di «distruggere» il governo ucraino dopo che Mosca ha affermato di aver sventato un attacco di droni contro il Cremlino di cui attribuisce responsabilità a Kiev che, però, nega qualsiasi coinvolgimento. «Non possono esserci negoziati con il regime di Zelensky. Chiederemo l’uso di armi in grado di fermare e distruggere il regime terroristico di Kiev», ha dichiarato Volodin su Telegram.
Intanto dopo Mosca anche San Pietrobugo ha vietato il volo di droni sulla città, secondo quanto riporta la testata locale Fontanka. Il divieto – deciso dopo la denuncia delle autorità russe di uno sventato attentato ucraino con droni contro il presidente Putin al Cremlino – sarà in vigore fino al 15 maggio e si applica ai voli entro un raggio di 150 chilometri intorno alla ex capitale degli zar. Intanto anche a Serpukhov, città nei pressi di Mosca, è stato introdotto il divieto dell’utilizzo di velivoli senza equipaggio, secondo il sito dell’amministrazione locale.