Digital Service Act. Un bavaglio. Alla libertà di espressione, alla possibilità di esprimere il proprio dissenso o di commentare una notizia. La Lega, attraverso i suoi europarlamentari, non usa mezzi termini. E bolla come “cinese” il Digital Act, la nuova norma voluta dall’Unione Europea per combattere (almeno sulla carta) le fake news e gli episodi di bullismo digitale. “Da domani in questa Europa che da anni non cresce e già destinata alla deindustrializzazione e all’irrilevanza sugli scenari globali, saremo anche tutti un po’ meno liberi – hanno sottolineato gli esponenti del Carroccio Marco Campomenosi e Alessandra Basso – L’entrata in vigore del Digital Service Act, provvedimento che rafforzerà la censura su Internet, deciso passo in avanti verso la “cinesizzazione” del concetto di libertà di espressione in Europa, ci allarma e ci preoccupa. Ancor più di quanto già avvenga adesso, qualcuno sarà autorizzato a far cancellare il contenuto dei pensieri dei cittadini, magari con il pretesto della lotta alle “fake news”, magari con l’obiettivo di giungere alla campagna elettorale per le europee con l’anestetizzazione dei pensieri alternativi che saranno messi ai margini e contro cui la stessa Commissione Europea spenderà molti soldi pubblici per promuovere sé stessa e le idee portate avanti dai partiti che hanno sostenuto Ursula Von der Leyen e i suoi incompetenti commissari in questi anni. Altro che difendere la libertà, Bruxelles sembra voler imporrare il modello cinese in Europa”.
Digital Service Act, l Unione Europea imbavaglia la libertà di opinione
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