Francia. Come molti ormai sapranno il capo del governo francese Elisabeth Borne è stata licenziata in tronco da Macron che l’ha sostituita da quello che fino a ieri era il ministro dell’Educazione Gabriel Attal di soli 34 anni e privo di qualsiasi competenza nel campo dell’istruzione se non quella evidente di avere urgente bisogno di farsene una vera e non quella fasulla che deriva dall’aver strappato una laurea essendo il rampollo di cinematografari famosi e influenti in Francia. Oppure quella grottesca di aver iniziato la sua carriera politica a 17 anni. Ma naturalmente Attal ha alcune frecce al suo arco: la prima delle quali per il governo Rothschild di cui Macron è solo un’impiegato con pesanti scheletri nell’armadio, è il fatto di essere di origine ebrea il che naturalmente è una rassicurazione che nulla sarà detto o fatto in Francia contro il genocidio di Gaza. Ma attenzione, tale origine è solo da parte di padre, quindi il neo primo ministro o Chef du governement come si dice nell’Exagone, non è ufficialmente ebreo. In seconda istanza la madre discende da cristiani ortodossi di Odessa e dunque il baldo giovanotto copre anche le esigenze della guerra ucraina.
E’ vero che Odessa è russofona, ma figurarsi se si arriva a certe sottigliezze in un ambiente ormai degradato. Invece è gay dichiarato, convivente in via ufficiale con un eurodeputato e dunque risponde in pieno all’etichetta del personaggio politico globalista.
Tuttavia queste sono soltanto circostanze di contorno divenute importanti negli ultimi anni poiché aggiungono un tocco di fedeltà al sinedrio globalista che arriva dal privato, ma la cosa principale, quella che davvero conta, è che ha partecipato, al programma Young Global Leaders
del World Economic Forum di Klaus Schwab . In questa classe sedevano, tra gli altri, Sanna Marin (ex primo ministro finlandese che ha inaugurato il corso anti-russo, portato il suo Paese nella Nato distruggendo l’economia e facendone una vittima sacrificale in un eventuale conflitto), Annalena Baerbock e Alicia Garza, una delle fondatrici di Black Lives Matter (BLM). A questo proposito val la pena di ricordare che le rivolte del BLM hanno scosso gli Stati Uniti e quindi influenzato le elezioni statunitensi a favore di Joe Biden e dei democratici statunitensi che del resto avevano finanziato assieme a Soros questo movimento. Tuttavia non appena raggiunto lo scopo , i democratici statunitensi hanno immediatamente smesso di sostenere le rivolte del BLM e hanno iniziato a porvi fine in maniera decisa e anche violenta. Non c’è assolutamente nulla che non sia falso e strumentale in queste politiche.
Il World Economic Forum e il suo programma Young Global Leaders sono in definitiva strumenti dell’oligarchia statunitense, progettati per attuare le politiche dell’élite dominante negli Usa: ci porterebbe troppo lontano addentrarci in tutti gli obiettivi che il Wef ha adottato come sua bandiera e che sono portati avanti e attuati dai suoi Giovani Leader Globali, che dipendono da Schwab e dalle sue reti, come imprenditori, politici, influencer, giornalisti e così via. Una cosa però si può dire con certezza: gli obiettivi hanno poco a che fare con la prosperità. la democrazia, l’inclusione. la libertà. l’uguaglianza e così via, ma solo con un delirante e reazionario progetto di potere.