Il presidente si difende davanti alla nazione, ma in tanti ormai chiedono una prova delle sue capacità cognitive
Il day after l’uscita del report che ha classificato Joe Biden come un uomo anziano e smemorato, rincoglionito(e nulla più) ha il sapore del fulmicotone, oltreoceano. È notte fonda in Italia mentre sul network di Tucker Carlson vanno in onda le immagini dell’intervista a Vladimir Putin. Biden decide di aggiungere una conferenza stampa di fine giornata.
La conferenza stampa di fine giornata: la reazione di Biden al report
Così, mentre tutto il mondo si aspetta una storica risposta all’altrettanto storica sortita, il presidente Usa sceglie di concentrarsi sull’esito felice del report che lo “scagiona”, dichiarandosi comunque piccato per le insinuazioni sulla sua memoria. Alle quali fornisce immediatamente fondamento, confondendo il presidente egiziano e quello del Messico.
Come è apparso evidente dalle risposte animate, a volte rabbiose, date ai giornalisti, Biden sembra non aver digerito il rapporto del procuratore speciale Hur che, pur scagionandolo per la vicenda dei documenti top secret, lo descrive come “un uomo anziano, con problemi di memoria”. Fonti del Washington Postriferiscono che, in privato, l’81enne presidente abbia sfogato in modo ancora più potente la sua rabbia, soprattutto per l’accenno, inserito dal procuratore al fatto, che, durante il colloquio di 5 ore dello scorso ottobre, il presidente non avrebbe ricordato la data della morte del figlio Beau. “Come diavolo mi posso dimenticare il giorno in cui mio figlio è morto? E’ ovvio che ricordo tutto“, è sbottato Biden durante un incontro privato con alcuni democratici in Virginia, riferiscono ancora le fonti.
La reazione di Trump: “Per Biden doppio standard”
A saltare immediatamente sulle barricate è il suo avversario politico Donald Trump, che ha immediatamente puntato il dito contro il “doppio standard” con il quale sarebbe stato trattato il presidente. lo fa attraverso Jason Miller, consulente di lunga data dell’ex presidente Usa. Secondo Miller, il rapporto dimostra che negli Usa esista “un doppio sistema di giustizia”, che da una parte ha incriminato Trump per i documenti di Mar a-lago, e dall’altra ha “graziato” Biden per documenti classificati che aveva trattenuto a sua volta per anni, nonostante all’epoca non fosse nemmeno presidente. Il rapporto di 388 pagine pubblicato ieri dal procuratore speciale riconosce che Biden si appropriò “deliberatamente” di documenti classificati, ma stabilisce che il caso non meriti la formulazione di atti d’accusa nei confronti dell’attuale inquilino della Casa Bianca, definito nel documento “un anziano ben intenzionato che soffre di problemi di memoria“. A detta di Miller, il rapporto di Hur sarebbe a tutti gli effetti “un caso di interferenza elettorale”, in un momento in cui Trump, il più probabile avversario di Biden alle prossime elezioni, si è trovato nell’arco di pochi anni a doversi difendere da 91 capi d’imputazione penali in quattro Stati e incriminazioni da parte della giustizia federale.
Il Gop contro Biden: “Non è idoneo”
Ma Trump non è solo nella crociata contro l’anziano e smemorato Biden. Per i leader repubblicani al Congresso il rapporto mostra che il presidente “non è idoneo” alla Casa Bianca. In una dichiarazione insieme agli altri leader della Camera, lo speaker Mike Johnson denuncia inoltre la decisione di Hur di non incriminare il presidente per i documenti classificati trovati nel suo ufficio e nella sua abitazione come prova di “una giustizia a due livelli, con incriminazioni politicamente motivate e favoritismi per altri con accuse simili“, con un riferimento alle incriminazioni di Trump. “Tra le cose più inquietanti del rapporto del procuratore speciale è il modo in cui giustifica perché non ha raccomandato incriminazioni – continua la dichiarazione – la memoria del presidente avrebbe “limitazioni significative” al punto tale che non convincerebbe una giuria del fatto che avesse “la premeditazione mentale” che una grave incriminazione richieste“. “Un uomo così incapace da non poter essere ritenuto responsabile di aver gestito in modo errato informazioni classificate, certamente non è idoneo per lo Studio Ovale“, concludono i repubblicani.
Nikki Haley sale sul carro degli anti-Biden
Nikki Haley, ormai unica avversaria di Trump rimasta sul campo, non ha perso l’occasione di attaccare ancora una volta simultaneamente il tycoon e Biden, che lei ha ribattezzato “i due vecchi brontoloni“, criticando la decisione del procuratore speciale. La Haley, vittima del recente flop alle primarie in Nevada, ha dichiarato: “Siamo chiaramente di fronte a due pesi e due misure, sia Joe Biden che Donald Trump sono stati irresponsabili con i documenti classificati. Se la difesa di Biden è l’età avanzata e la memoria debole, Trump può facilmente sostenere la stessa difesa, dovrebbe subito assumere i legali di Biden“. La 52enne ha fatto dell’età troppo avanzata dei due principali candidati, Biden ha 81 anni e Trump 77, uno dei suoi cavalli di battaglia. Riguardo a Biden, Haley afferma che, alla luce da quanto emerso dal rapporto Hur, dovrebbe sottoporsi ai test cognitiviche lei chiede per tutti i candidati over 75, e poi renderli noti alla nazione.