Una sconfitta che allontana l’Atalanta dalla Champions, una vittoria che avvicina il Cagliari alla salvezza: migliore inizio del ciclo che ora la metterà di fronte a Inter e Juventus non poteva esserci. Ed è giusto così, visto come sono andate le cose.
La Dea parte molto aggressiva, si prende il ring, soffoca in pressing qualunque alleggerimento del Cagliari. La prima chance è per Ederson che però mira alto, la seconda per Scamacca che non sbaglia. L’azione scorre da Zappacosta a De Roon per Koopmeiners, con verticalizzazione per Lookman, che da sinistra cerca il centravanti, “abbandonato” da Dossena: tocco dolce, imparabile per Scuffet. Sarebbe il momento per affondare il colpo, ma un paio di volte Lookman e Scamacca non si capiscono e il Cagliari prende coraggio, aumenta aggressività, baricentro e numero di calci d’angolo. Un contrasto in area fra Hateboer e Mina viene giudicato non da rigore dopo controllo Var, ma il Cagliari non perde coraggio, anzi: quando Ranieri cambia anche sistema di gioco, passando a un 5-3-2 con tutti a uomo, soprattutto Sulemana con Koopmeiners, coglie di sorpresa l’Atalanta. Che paga quando una palla recuperata a centrocampo da Gaetano arriva a Shomurodov, che con una sterzata inganna Toloi e trova a sinistra l’accorrente Augello, lasciato libero da Hateboer. L’1-1 a quel punto è meritato e anzi il Cagliari chiude il tempo ancora stabilmente nella metà campo nerazzurra.
RIPRESA— Gasperini cerca nuove soluzioni offensive con De Ketelaere e Touré, ma lo spartito non cambia granché. Partita molto fisica, ma il Cagliari tiene botta soprattutto sotto quel punto di vista, continuando a non abbassare la guardia nei duelli e nell’intensità. Anzi, alla distanza sono proprio i cambi, perfetti, di Ranieri, a fare la differenza, perché il belga e il maliano non incidono, mentre con Luvumbo il Cagliari trova freschezza e il cross perfetto per il gol vittoria: lo segna di testa Viola, una sentenza da subentrato1.