Una pala eolica che si trasforma in pugnale, una mano “nemica” che può trafiggere per sempre il paesaggio della Sardegna. L’immagine è forte, ma non è retorica. Il rischio è andato ben oltre la minaccia: sul Golfo degli Angeli, come nel resto delle coste sarde, incombono centinaia di aerogeneratori di ultima generazione alti sino a 380 metri pronti a conficcarsi sugli scenari marini più esclusivi della Sardegna. Lo skyline – qui di seguito – è quello della Sella del Diavolo, il volto è quello del Poetto, la spiaggia dei cagliaritani.
Prima puntata
L’immagine della prima “puntata” della campagna d’estate de L’Unione Sarda è uno sguardo a quei progetti devastanti già presentati da multinazionali americane e non solo, tutti protesi alla devastazione del proscenio esclusivo del Golfo degli Angeli. La mappa aggiornata, con le ulteriori richieste di concessione demaniale nella costa tra Cagliari e Teulada, è parte integrante del dossier della Soprintendenza unica del Pnrr. I progetti non si contano più: si va dalla centrale eolica a mare della Thalassa Wind S.r.l., ai due impianti industriali “Sardegna 1” e “Sardegna 2” presentati da Renexia S.p.A, sino a quelli della JP Morgan, la più grande banca d’affari statunitense che, attraverso la Nora Ventu S.r.l., ha presentato i progetti a mare denominati “Nora Energia 1” e “Nora Energia 2”.
Americani a Nora
Sono questi ultimi due in pole position per sfigurare il Golfo degli Angeli. I nomi non sono un caso: Nora Energia 1 e Nora Energia 2. Il primo, quello sul versante di Pula, è il più imponente dei due: 53 pale gigantesche con 795 megawatt di capacità installata, con una produzione di energia elettrica che viene calcolata pari a quella consumata da 700.000 utenze domestiche. Il secondo, quello che da Sarroch punta verso il versante di Capo Carbonara, conta ben 40 pale eoliche e dichiara una capacità di 600 megawatt, pari al consumo di 500.000 utenze.
Le più invasive
Le pale eoliche previste sono tra le più invasive e potenti di sempre, con ognuna una capacità generatrice di 14 megawatt. In totale, solo questi due progetti sul Golfo degli Angeli, ora di proprietà della banca d’affari americana, puntano a conficcare davanti a Cagliari e la sua esclusiva “baia” ben 93 pale eoliche per una potenza complessiva di 1.395 megawatt. Ovviamente nel mare magnum di documenti annunciano che quelle pale da terra non si vedranno, che porteranno benefici per tutti, dai pescatori ai turisti, dall’occupazione all’economia del vento.
Imbonitori
Imbonitori da quattro soldi che celano una realtà drammatica: da qualsiasi punto di osservazione, secondo le analisi più attendibili e certificate, dalla Sella del Diavolo alla Torre dell’Elefante, da Sant’Elia a Giorgino, da Sarroch a Pula, da Santa Margherita a Tuerredda, quei grattacieli d’acciaio alti più di 300 metri si vedranno, senza tema di smentita. Un impatto devastante capace di segnare per sempre la storia e lo scenario del mare del capoluogo dell’Isola. Non solo altereranno in maniera gravissima l’orizzonte marino della costa cagliaritana, patrimonio inestimabile e irripetibile, ma andranno a devastare un’economia turistica che su quel tratto di costa conta non meno di 50 alberghi, molti dei quali tra 4/5 stelle, per quasi diecimila posti letto.
Orizzonte speculativo
Quei soli due impianti della JP Morgan, dichiaratamente nel cuore del Golfo degli Angeli, secondo le dichiarazioni dei “sudditi” nostrani della multinazionale americana, dovrebbero produrre energia per un milione e duecentomila persone. Un quantitativo che da solo confessa le mire speculative di questi progetti.
Rotte devastate
Nel contempo, però, devasterebbero le rotte dei natanti, dai traghetti al diporto, dalla vela alla pesca, provocando un vero e proprio disastro economico in tutto lo specchio acqueo cagliaritano. Ad essere devastati sarebbero i prosceni di siti archeologici di rilevanza internazionale come quello di Nora, meta di migliaia di visitatori tutto l’anno, aree di grande pregio naturalistico dichiarate di interesse comunitario, due parchi, quello Geominerario e quello di Gutturu Mannu, per non dimenticare le tappe dei tre cammini (Francescano, Sant’Efisio e delle Cento torri) che ripercorrono proprio quel tratto di costa. Per il Golfo degli Angeli sarebbe un’alterazione visiva, economica e strategica senza precedenti minando il futuro turistico di quest’area.
Mano che firma e ferma
Ultima annotazione: alla mano che potrebbe trafiggere quel proscenio si sovrappone un’altra mano, quella dei sardi, chiamati ad impedire con una firma l’affondo di quel pugnale eolico sul futuro di questa terra. È la mano dei sardi che con una firma può indicare una strada forte e chiara: sottoscrivendo la legge di iniziativa popolare “Pratobello 24” per vietare, senza e senza ma, questa speculazione energetica ai danni della Sardegna.
articolo di Mauro Pili