Lavrov La guerra tra Mosca e l’Occidente non può essere più classificata come «ibrida» ed ora è «quasi reale». Il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, in una conferenza stampa dopo i colloqui con il suo omologo sudafricano, Naledi Pandor, minaccia l’Occidente e avverte che gli Stati Uniti hanno già attraversato la “linea rossa”. Secondo il capo della diplomazia russa, parlando di ciò che sta accadendo in Ucraina, «l’Occidente si stava preparando da tempo contro la Russia, cercando di distruggere tutto quello che è russo dalla lingua alla cultura, che era in Ucraina da secoli, e vietando alle persone di parlare la loro lingua madre».
«Minacciando altri Paesi di non lavorare con la Russia, gli Stati Uniti stanno già attraversando tutte le linee rosse», ha detto Lavrov. «La pressione che gli Stati Uniti, e anche gli inglesi, stanno esercitando sui paesi africani ma anche su quelli asiatici e latinoamericani dichiarando costantemente e pubblicamente che coloro che collaborano con la Russia se ne pentiranno supera tutte le linee rosse», ha aggiunto. «Minacciano grandi Stati che sono civiltà millenarie», ha concluso.
Intanto in Europa si accende lo scontro sul possibile invio di tank Leopard 2, considerati essenziali da Kiev per continuare la guerra ma su cui la Germania frena. «Abbiamo bisogno di carri armati, non di 10-20, ma di diverse centinaia», ha affermato sul suo canale Telegram il capo dell’Ufficio del presidente ucraino, Andriy Yermak, mentre prosegue il dibattito sulla fornitura dei carri armati. Mentre la Polonia avverte Berlino affermando che rimarrà isolata sul piano internazionale, i tedeschi insistono che è importante che la Germania non compia un passo «avventato» di cui potrebbe pentirsi in seguito dunque non verrà presa una decisione in fretta. Lo ha detto il portavoce del governo tedesco, Steffen Hebestreit. «Si tratta di questioni difficili, di vita o di morte», «dobbiamo chiederci cosa significa per la difesa del nostro Paese», ha aggiunto il portavoce del cancelliere Olaf Scholz.