Lavoro. A sentir loro stiamo vivendo non una crisi profonda, ma una età dell’oro nella quale si possono dimenticare tutti i guai che hanno attanagliato questo Paese ormai da decenni mettendolo in condizioni comatose: Addirittura Eurostat certifica che siamo al record assoluto del tasso di occupazione, il 70,1 per cento. pur in un vero e proprio crollo delle ore di lavoro si potrebbe perciò pensare che siamo il Paese di bengodi dove si lavora tutti e si lavora meno, un vecchio slogan socialista Ma se poi si va a scartare questo pacco regalo ci si accorge che dentro c’è il classico mattone confezionato da una speciale categoria di bugiardi, ovvero gli statistici che hanno supinamente accettato una serie di regole e di criteri insensati che servono non a conoscere la realtà, ma a proteggere il potere e la sua ideologia . Non ci vuole molto per accertarsi che questo sedicente record è in realtà il tasso di occupazione più basso di tutta Europa, Grecia compresa che pur nelle sue condizioni è riuscita ad arrivare al 70, 7. Allora dove si trova l’inganno? Semplice: se è vero che nel periodo 2020 – 2022 gli occupati sono ufficialmente cresciuti di circa 150 mila unità, nello stesso periodo di tempo la popolazione in età lavorativa è diminuita di 677 mila unità ed è soprattutto grazie a questo che il tasso di occupazione è salito: il crollo demografico insomma serve soprattutto ai giochi di prestigio giochi di prestigio.
Ma la cosa ancora più scandalosa a dettata agli europei da oltre atlantico è ciò che viene inteso come occupazione: se una volta era definita dal posto con contratto a tempo indeterminato basta che la persona intervistata abbia svolto ne mese in cui cade l’intervista almeno due ore di lavoro, anche se retribuito in natura, per finire nel novero degli occupati. E’ dunque molto chiaro che si contano come se avessero davvero un lavoro vere legioni di disoccupati con attività precarie se non addirittura episodiche. In più c’è da tenere conto dell’abbassamento reale dei salari per cui molti sono costretti a fare due o tre lavori per poter mette insieme il pranzo con la cena il che aumenta i posti teoricamente esistenti. Insomma siamo dio fronte a una pura finzione che ha lo scopo di tenere lontano i borbottii del temporale che sta arrivando ed è preceduto dai fallimenti bancari delle scorse settimane: meglio mettere le cuffie in testa a tutti riguardo quanto meno al fatto che saremo investiti da una nuova ondata di eccezionale impoverimento. Qui non si tratta di capire se le scosse che hanno investito le banche siano un avvertimento delle cupole finanziarie per ritornare ai soldi a costo zero o invece non siano le avvisaglie di una grave malattia che sta per diventare conclamata anche perché entrambe le cose sono vere anche se la seconda viene esclusa per pregiudizio ideologico. Si tratta invece di capire che stiamo andando incontro a un periodo di recessione reale in cui tutto verrà sacrificato alla guerra e al clima con una drammatica riduzione delle spese per la scuola, e per la sanità, per le infrastrutture e per i trasporti in maniera che la deindustrializzazione già insita nel pazzesco piano di rinunciare all’energia sicura e poco cara proveniente dalla Russia per acquistare quella costosa e devastante per l’ambiente che arriva dagli Usa, proceda a gonfie vele e senza intoppi, lasciando sul terreno migliaia di aziende e facendo sopravvivere solo i giganti.
La cosa in un certo senso è sconvolgente perché stiamo per buttare alle ortiche tutto un mondo di saperi e di produzione proprio nel momento in cui l’economia finanziaria è entrata in crisi sistemica e invece l’economia reale del fare e delle cose concrete sta ritrovando la sua centralità. Eurostat e Istat potranno anche raccontare favole, ma la realtà di un suicidio che farò milioni di vittime, il debito accumulato con metodi folli si mangerò i risparmi rim asti. Su questo non esiste alcun dubbio e la sola domanda è se tutto ciò sia arrivato per le logiche interne del neoliberismo o sia stata creato di proposito una vera e proprio accelerazione per mischiare le carte e salvare le elite occidentali che sono le responsabili del crollo. Ma temo che continueremo comunque ad avere statistiche consolanti.