Referendum per la pace: è “guerra” tra i comitati referendari

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Referendum -Grande affluenza ai banchetti ma peccato per il mancato accordo politico tra i due comitati referendari che procedono a raccogliere firme in forma disgiunta, ciascuno col proprio quesito.

 I comitati referendari sono già attivi con la raccolta delle 500mila firme necessarie per ciascun quesito; dai banchetti si registra grande fermento e interesse, segno che la popolazione vuole incidere negli attuali rapporti di forza dispiegati, per scongiurare l’escalation e ristabilire gli equilibri geopolitici globali.

Unico rammarico, il mancato accordo politico tra i due comitati referendari che procedono a raccogliere firme in forma disgiunta, ciascuno col proprio quesito. I comitati promotori “Ripudia la guerra” facente capo al prof. Pennetta e “Generazioni future” facente capo al prof. Mattei, anche grazie all’intervento mediatore di Claudio Messora, avevano trovato un accordo per presentare i medesimi quesiti sotto l’unico comitato referendario “Italia per la Pace” ma a pochi giorni dall’avvio della raccolta firme, l’accordo si è rotto e i due comitati stanno procedendo separatamente.

Dopo la caporetto delle elezioni politiche del 25 settembre, anche sul referendum per la pace, si conferma l’ incapacità sistematica a convergere verso una strategia condivisa, di coloro che si autoproclamano portavoce di interessi collettivi ma che invece rappresentano solo i loro interessi egoici e individualistici. Il popolo della resistenza è ormai stanco e disilluso, a tal punto che sta imparando ad accettare quasi con mesta rassegnazione, l’ incapacità di unirsi delle varie organizzazioni del dissenso.

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