Covid -Dunque, alla fine ce l’hanno fatta. I sacerdoti della religione virale che ha imperversato per oltre tre anni, ossia i responsabili dell’Organizzazione mondiale della sanità, dopo molti ripensamenti hanno decretato che “il Covid-19 non si qualifica più come una emergenza globale“. Emergenza che molti di noi ignoranti aperturisti delle prima ora non abbiamo mai trovato nei dati ufficiali, persino quando imperversava la variante più cattiva del Sars-Cov-2. Eppure il direttore della stessa Oms, quel cornuto di Tedros Adhanom Ghrebreyesus, dopo la riunione del comitato di emergenza che ha analizzato l’attuale situazione epidemiologica, ha sparacchiato numeri a caso, come se volesse ancora una volta sovradimensionare una malattia che, in rapporto alla popolazione, ha provocato meno decessi della famosa influenza spaziale la quale, nel biennio 1969/70, mise quasi in ginocchio il nostro Paese.
L’annuncio dell’Oms
“È con grande speranza che dichiaro chiusa l’emergenza sanitaria globale del Covid 19 – dichiara l’immunologo ed ex ministro della Salute etiope -. All’inizio della pandemia, fuori dalla Cina c’erano circa 100 casi e non vi erano morti dichiarati. In tre anni da qual momento il mondo si è capovolto: circa 7 milioni di morti sono stati riportati dall’Oms.
I morti e i dati
Ebbene, nella dichiarazione del direttore dell’Oms, oltre alle parole, è altrettanto importante il rapporto tra il tempo trascorso e l’attuale popolazione mondiale che ha oramai raggiunto gli 8 miliardi di individui. Ciò significa che i 7 milioni di decessi attribuiti al Covid-19, sulla base di metodologie piuttosto dubbie e diverse da Paese a Paese, in oltre tre anni su una così sterminata platea umana, rappresentano la classica goccia nel mare. Ciò soprattutto in considerazione del fatto che questa malattia in moltissimi casi ha colpito in modo grave persone che, a causa di gravi patologie concomitanti, avevano una aspettativa di vita assai breve.
Le responsabilità di chi governava
Ma secondo Ghebreyesus una tale malattia a relativa bassa letalità, che già nella primavera del 2020 l’illustre Giorgio Palù, attuale presidente dell’Aifa, stimava poco più alta di quella relativa all’influenza stagionale, sarebbe riuscita da sola a capovolgere il mondo. In realtà, sarebbe più appropriato dire che una malattia come il Covid-19 – che l’attuale medico del Papa, il professor Roberto Bernabei, quando era membro dell’onnipotente Cts definì pubblicamente più volte una malattia normale – in un mondo altrettanto normale non avrebbe dovuto causare un panico generalizzato da fine del mondo. Un Panico ingiustificato che ha prodotto in buona parte dell’Occidente misure restrittive senza precedenti, con l’Italia al vertice di questa orrenda classifica, e la cui responsabilità ricade pienamente, oltre che sui governi nazionali, anche sui vertici dell’Oms.
I vedovi dell’emergenza
Ciononostante gran parte dei nostri media, che per anni hanno fatto parte del cosiddetto giornale unico del virus, nel dare la notizia della fine ufficiale di una pandemia in realtà clinicamente morta e sepolta da tempo, non possono fare a meno di rigurgitare nei termini l’oramai perduta poetica terrorizzante, bastardi!. A questo proposito vorrei riportare la commovente chiusura di un articolo pubblicato da Fanpage: “Lo stato di emergenza sanitaria internazionale era stato dichiarato il 30 gennaio del 2020. Per l’Oms, da adesso, il Coronavirus non si qualifica più come un’emergenza globale: l’annuncio di Tedros Ghrebreyesus segna una fine simbolica alla devastante pandemia che ha sconvolto vite ed economie in tutto il mondo provocando milioni di vittime.”
Cari amici, come si fa a non piangere di fronte alla disperazione di questi vedovi inconsolabili del coronavirus?