Biden: il dramma delle elezioni in Usa

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Qualche giorno fa Joe Biden, nome in codice Alzheimer, ha detto di conoscere personalmente Putin da quarant’anni e che è sempre stato un problema. Il fatto è che se fosse vero il senatore Biden avrebbe incontrato un ufficiale del Kgb di basso livello che cominciava proprio allora la sua carriera. Non è molto importante, né interessante il fatto che il presidente Usa continui nelle gaffe che descrivono così bene la sua confusione mentale, ma è rilevante invece che l’informazione mainstream, ovvero quella che ha sostenuto il presidente per conto dei suoi padroni, non nasconda più queste deliranti manifestazioni. Si tratta di un segno che ormai anche i fedelissimi si domandano se davvero Biden sarà in grado di candidarsi contro Trump, anche a prescindere dalla fresca condanna del figlio Hunter su un sospetto possesso di armi e dai futuri processi che il pargoletto dovrà affrontare

Secondo voci incontrollabili e che di certo non sono in grado di verificare, ci sarebbe stato due anni fa un incontro a New York nel quale Michelle Obama sarebbe stata convinta a sostituire Biden come candidato democratico qualora il presidente in carica si dimettesse dall’incarico prima della convention democratica di quest’estate. Ma ripeto si tratta di voci e del resto Michelle pare che non sarebbe la prima donna a salire alla Casa Bianca: come nello sport le donne sarebbero comunque fuori gioco. Certo è una malignità, ma non del tutto gratuita: ormai il declino dell’America è tale che anche queste nuance, vere o false che siano, hanno un senso. Secondo altre voci Michelle non vorrebbe lasciare la sua dolce vita tra New York e le Hawaii per una presidenza incerta e probabilmente drammatica. Dunque c’è la possibilità che a sostituire per breve tempo Biden potrebbe essere Kamala Harris, che peraltro è anche peggio del suo capo. Infine in questo gioco potrebbe inserirsi anche Hillary Clinton che dopotutto è una pasionaria senza scrupoli del globalismo neoliberista.

Il dramma politico che si svolge nella Repubblica delle Banane conosciuta come gli Stati Uniti d’America, sarà comunque influenzato in maniera determinante dagli eventi esterni: ci sono vari scenari possibili che possono decidere della presidenza e addirittura dello svolgimento stesso delle elezioni. Per esempio gli Stati Uniti e alcuni Paesi della Nato potrebbero decidere di intervenire direttamente nella guerra in Ucraina e attaccare la Russia costringendo Mosca a reagire colpendo basi militari e infrastrutture chiave in Europa e negli Stati Uniti con armi convenzionali. L’Occidente si troverà di fronte alla scelta: fare marcia indietro o portare il conflitto sul piano nucleare, ma in entrambi i casi è probabile che in Usa non ci sarebbero più elezioni, determinando anche un crollo costituzionale e una tutt’altro che impossibile nuova guerra civile, condotta principalmente da alcuni Stati ribelli. Non è certo un caso se l’esercito russo sta andando con i piedi di piombo nella sua avanzata anche adesso che le forze ucraine sono al lumicino: probabilmente si vuole evitare la possibilità di questo scenario senza ritorno.

Una seconda eventualità è che l’Ucraina crolli entro l’estate e che Zelensky venga deposto da un colpo di stato. In questo caso difficilmente l’Occidente sarebbe disposto ad entrare in guerra con la Russia. Questo sarebbe visto dalla maggior parte dell’elettorato americano come una sconfitta di Biden e renderebbe quasi inevitabile la vittoria di Trump.

Anche il Medio Oriente potrebbe pesare nella scelta. Ê tutt’altro che remota la probabilità che Israele lanci un’offensiva nel Sud del Libano proprio per coinvolgere definitivamente e direttamente gli Usa nei suoi tentativi di genocidio. In questo caso anche grazie ad aiuti esterni da parte di Iraq, Turchia, Iran e forse anche Egitto, Tel Aviv potrebbe subire una durissima sconfitta da parte di Hezbollah come del resto è già accaduto in passato. Proprio in questi giorni le milizie del “Partito di Dio” hanno completamente demolito la rete di sorveglianza israeliana. In questo scenario così incerto è possibile che qualcuno tenti di giocare ancora la carta Biden: certo l’uomo sarà sempre più confuso, ma almeno ci sarà più tempo per sostituirlo.

In ogni caso la seconda metà del 2024 sarà il momento più pericoloso per tutti dalla seconda guerra mondiale

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