La perfida Ursula rieletta a capo della commissione europea

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Perfida C’è da chiedersi in che mondo viva chi si stupisce che Ursula von der Leyen sia stata eletta per la seconda volta a capo della commissione europea. Ma come, una che ha contrattato al telefonino con l’amministratore delegato  della Pfizer, l’acquisto di 4,6 miliardi di dosi di vaccino sufficienti per inoculare 8 dosi di siero a tutti gli europei, neonati compresi, che ha fatto in sostanza una trattativa privata, è di nuovo a capo della commissione nonostante sia in corso un’indagine su questa compravendita  di cui sono scomparsi i documenti? Chi si pone questa domanda non soltanto non ha capito proprio niente della natura elitaria della Ue e nemmeno del ruolo della pandemia come momento essenziale della conquista di potere da parte della finanza globalista. Guardando la cosa dal punto di vista del potere reale la von der Leyen  – non estranea  in passato a queste trattative private quando era ministra della difesa in Germania – ha svolto un’opera preziosa non solo per rendere ricchi i produttori di sieri sperimentali e causare un danno da 20 miliardi ai cittadini, ma per impostare gli strumenti di controllo della popolazione che sono derivati dalla psicosi pandemica. Così ci si può anche permettere questo sberleffo a chi è morto o ha subito danni da sieri sperimentali, danni che proseguiranno per anni.

Andava dunque premiata: bene, brava, bis. Infatti sarebbe una sicurezza nel caso si voglia tentare una seconda pandemia. Ma non è solo per questo che le eminenze grigie dei maggiori Paesi europei, tranne l’Italia lasciata fuori della porta come al solito,  hanno deciso di rieleggerla: sua altezza serenissima  (questo è il titolo che le spetta)  Ursula von der Leyen und zu Hohengeroldseck è stata la madrina della guerra e della russofobia, si è spesa senza risparmio e oltre ogni decenza per l’invio di armi al regime di Kiev e ultimamente sull’intervento europeo diretto nel conflitto. Per non parlare della posizione stragista su Gaza. Non eleggerla avrebbe significato in qualche modo  sconfessare questa linea che è quella di Biden, cioè del padrone in conto terzi dell’Europa. Per cui era gioco forza riportarla sul trono, nonostante gli scandali, il danno economico provocato all’intero continente e il pericolo estremo a cui lo sta esponendo. Grazie alla sua riconferma  appare sempre più chiaro che la Ue non ha nulla a che fare con l’Europa, con i suoi Paesi e  con i suoi cittadini. Anche il fatto che in alcune nazioni confinanti con la Russia, nonostante la martellante campagna della Ue, si sia arrivati a una partecipazione al voto pari ad appena il 20 per cento (dappertutto è stata comunque inferiore al 50% nonostante vi fossero numerose elezioni locali a fare da traino) ne evidenzia la natura di corpo estraneo alla stessa civiltà europea.

I figuranti del Parlamento di Strasburgo che partecipano, ovviamente ben retribuiti, a questa farsa la quale sta virando al tragico, alla fine l’hanno acclamata: fa parte del gioco, della grande messa in scena della falsa democrazia  di cui ovviamente fanno parte anche il toto candidati, i franchi tiratori, le alleanze dell’ultimo minuto, le voci, i tradimenti. Bisogna imitare bene il mondo reale,  altrimenti il parlamento di Strasburgo apparirebbe qual è in effetti, solo un’elaborata finzione. Non c’è posto per pensieri, visione politica e anima, è un trastullo per far credere ai sudditi di essere adulti con un modellino in scala.  ‘

L’unica posizione decente, significativa e dotata di un carattere politico, sarebbe stata quella di voltare pagina rispetto alla von der Leyen e a ciò che ha rappresentato e che rappresenta, ovvero il disastro del continente. Ma a questo i valletti del globalismo che reggono anche i governi nazionali,  non possono arrivare. Però si avvicina  a grandi passi il momento in cui le fiabe lasceranno il posto al mondo reale. E sarà un gran brutto momento.

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