M5S, accuse e vertice notturno ma nessuna espulsione per Di Maio. Conte: “Rammaricato”

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Riunione di quattro ore dei vertici del Movimento per discutere della crisi interna innescata dallo scontro sulla bozza sull’invio delle armi all’Ucraina. Ribadita la linea sulla risoluzione che dovrà essere votata al Senato domani, in concomitanza con le comunicazioni del presidente del Consiglio Draghi in vista del Consiglio Ue

È uno scontro interno che sembra solo essere stato messo in stand-by quello che sta scuotendo il M5S e che ieri sera ha portato a una riunione notturna di quattro ore del Consiglio nazionale. Al centro la bozza redatta da alcuni senatori pentastellati che chiedeva lo stop dell’invio di altre armi a Kiev, un testo che il ministro degli Esteri Luigi Di Maio aveva duramente criticato attirandosi le ire di alcuni colleghi del Movimento: “Ci disallinea dall’alleanza della Nato e dell’Ue” e “se ci disallineiamo dalla Nato mettiamo a repentaglio la sicurezza dell’Italia”.

Conte: “Rammaricato per le parole di Di Maio”

Alle critiche di Di Maio era seguita l’ipotesi, rimbalzata per tutta la giornata di domenica, di un’espulsione (o auto-espulsione) del ministro degli Esteri dal M5S. Uno scenario che sembra per il momento escluso dopo la riunione notturna convocata d’urgenza per discutere dell’accaduto. Un vertice in cui il leader Giuseppe Conte si è detto molto rammaricato dalle parole usate dal titolare della Farnesina sulla sua stessa forza politica, ma allo stesso tempo ha mediato tra l’ala più dura del M5S, secondo cui Di Maio si sarebbe allontanato dalle origini e avrebbe ormai altri progetti, e chi invece spinge per ricomporre la frattura.

Domani al Senato il voto sulla risoluzione

Nel corso delle quattro ore di riunione notturna – in parte in presenza, in parte in videoconferenza – con i 14 componenti del Consiglio, è stata ribadita la linea sulla risoluzione che dovrà essere votata al Senato martedì, in concomitanza con le comunicazioni del presidente del Consiglio Mario Draghi prima di partire per il Consiglio Ue di Bruxelles: il Movimento continuerà nella mediazione con il resto della maggioranza sulla risoluzione unitaria, ribadendo la centralità del Parlamento, ma senza creare problemi. Dunque, nessun riferimento alle armi, ma a una de-escalation militare e alla centralità del Parlamento. “La linea euroatlantica non è mai stata messa in discussione”, la bozza redatta da alcuni senatori pentastellati che chiedeva lo stop alle armi a Kiev, “non è mai stata condivisa”, ha sottolineato uno dei partecipanti al vertice.

Lo scontro

La tensione nel Movimento è alta da giorni. Un pesante botta e risposta fra Conte e Di Maio c’era già stato dopo i risultati insoddisfacenti delle elezioni comunali, quando l’ex premier aveva attribuito la sconfitta a manovre politiche che negli scorsi mesi avrebbero allontanato i Cinque Stelle dal loro elettorato: fra queste le elezioni del presidente della Repubblica dello scorso gennaio, quando Di Maio avrebbe affossato l’ipotesi Elisabetta Belloni al Quirinale, appoggiata da Conte. “Non si può risolvere l’analisi del voto facendo risalire i problemi all’elezione del presidente della Repubblica – aveva replicato il ministro degli Esteri – Credo che bisogna anche un po’ assumersi delle responsabilità rispetto a un’autoreferenzialità che andrebbe un po’ superata”. Un attacco definito poi da Conte “offensivo”. Poi è scoppiato il caso della bozza sulle armi, un testo in aperto contrasto con la posizione del governo che ha portato a galla le divisioni interne al Movimento: “I dirigenti della prima forza politica in Parlamento, invece di fare autocritica, decidono di fare due cose: attaccare, con odio e livore, il ministro degli Esteri e portare avanti posizioni che mettono in difficoltà il Governo in sede Ue – ha detto Di Maio in una nota – Un atteggiamento poco maturo che tende a creare tensioni e instabilità all’interno del Governo. Un fatto molto grave. Vengo accusato dai dirigenti della mia forza politica di essere atlantista ed europeista. Lasciatemi dire che, da Ministro degli Esteri, davanti a questa terribile guerra rivendico con orgoglio di essere fortemente atlantista ed europeista”. Una posizione che ha portato il vicepresidente del Movimento, Riccardo Ricciardi, a definire il titolare della Farnesina “un corpo estraneo” e la vicepresidente Todde a sostenere che “la posizione del ministro Di Maio sta indebolendo tutta la nostra comunità”.

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