È bastata una frase: ” Ma lei non ha un vestito?” per frantumare l’immagine dello Zelensky guerriero con la maglietta e i pantaloni oliva che per tre anni è stata acclamata in tutto l’Occidente. L’appunto di Trump all’ex comico appena sbarcato a Washington, era molto di più che l’espressione del fastidio per un abbigliamento non consono al dress code diplomatico, ma la distruzione di un personaggio creato dagli spin doctor esattamente come a suo tempo era stata creata l’immagine del buon presidente nella serie televisiva che lo aveva direttamente portato dalla fiction su piccolo schermo a quella nel mondo reale. Con la piccola differenza che il “presidente del popolo” della fiction si batteva contro la corruzione e per il benessere della gente, mentre nella realtà ha messo in piedi un gigantesco meccanismo corruttivo e il popolo lo ha massacrato per una guerra in conto terzi.
Sei parole per dire che la commedia è finita. Zelensky è messo male ed è costretto ad andare avanti, i suoi se non la pelle gli fanno il culo, Il resto non è stato che il seguito di un incontro già scritto nella frase iniziale. L’obiettivo del duce di Kiev era quello di cedere le terre rare dell’Ucraina che, tra l’altro, non si sa se ci siano davvero, in cambio di un massiccio aiuto nella guerra, cosa che peraltro aveva già fatto con il premier inglese come uno di quei truffatori che vendono lo stesso appartamento a diverse persone. Oltretutto ha presentato questa sua specie di ricatto con un fare aggressivo e condiscendente che di certo non ha migliorato l’atmosfera dell’incontro, il risultato è stato un nulla di fatto, anzi peggio tanto che il Segretario di Stato Rubio ha annunciato, in seguito al fiasco dell’Ufficio Ovale, la fine dei fondi Usaid per ricostruire la rete elettrica dell’Ucraina. E ha aggiunto… ” se volete continuare la guerra, lo farete da soli “. Infatti gli Usa stanno pensando di interrompere qualsiasi aiuto militare riguardante radar, veicoli, munizioni e missili, come ha fatto capire un alto funzionario del Dipartimento di Stato.
Il problema è che Zelensky è un presidente scaduto e che Mosca non può accettare qualsiasi trattato firmato dall’ex mediocre comico quindi la Casa Bianca si deve liberare di costui per arrivare a un’ intesa con Putin. Inutile dire che la Ue si è immediatamente schierata con il suonatore di pianoforte mediante minchia. Ursula von der Leyen, Valdis Dombrovskis, Roberta Metsola, Presidente del parlamento di Strasburgo, Antonio Costa, Presidente del Consiglio Europeo, e Manfred Weber, Presidente del Partito Popolare Europeo hanno tutti diffuso su X il loro appoggio. E come numero comico non c’è male, visto che la Ue può fare ben poco senza gli Stati Uniti a cui i Paesi europei hanno delegato per oltre 70 anni la propria difesa. Un esercito europeo – come già detto in un’altra occasione – potrebbe mettere assieme al massimo 120 mila uomini che a causa delle turn over al fronte, si tradurrebbero in appena 25 mila uomini effettivamente presenti sul campo. E per il resto, spingendo la produzione bellica al massimo, potrebbero fornire 1300 proiettili di artiglieria al giorno, mentre la Russia ne può utilizzare anche 15 mila e, badate bene, aumentando le proprie scorte strategiche invece di consumarle. Ma appunto stiamo parlando del terribile crepuscolo del continente. Del resto nei giorni precedenti anche Macron e Starmer sono usciti dalla Sala Ovale, con la coda tra le gambe.
Dopo questo incontro si aprono per l’Ucraina due strade possibili. Una, la più ovvia, è la sostituzione di Zelensky contro il quale ci sono già da tempo camarille che vogliono la caduta. I candidati più probabili sono Dubinsky, deputato della Rada a suo tempo incarcerato e l’ex capo dell’esercito, Zaluzhny, esautorato circa un anno fa e mandato in esilio nel Regno Unito, il che gli dà un certo vantaggio come uomo possibile di Londra. Potrebbe anche essere che uno Zelensky, scaricato dagli Usa possa presentarsi come martire e riverginare la sua figura. Ma gli ucraini sono stanchi della guerra, sanno che è stata perduta e solo alcune frange più fanatiche sarebbero disposte a dargli ancora ossigeno. Tuttavia, nonostante questa situazione, è probabile che la governance ucraina duri più a lungo di molti degli attuali regimi politici europei, destinati a impantanarsi in angoscianti stalli parlamentari, mentre la protesta per la perdita di potere reale dei salari cresce ogni giorno più.
Con questo non si deve pensare che la guerra stia effettivamente per finire: le contrattazioni andranno avanti ancora per mesi e del resto Trump sembra oscillare in continuazione. Che voglia chiudere la piaga ucraina, non c’è dubbio, ma vuole farlo apparendo il vincitore e non lo sconfitto. Cosa impossibile per l’Europa che non può sottrarsi a una sconfitta storica