Covid, il catastrofismo sui contagi in aumento rischia di compromettere le vacanze degli italiani

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La pandemia ha cambiato il modo di viaggiare. Insieme alle valigie, al biglietto, e la voglia di una meritata vacanza, da quest’anno gli italiani stipulano un’assicurazione per scongiurare, in caso di positività da Covid, che la vacanza vada in fumo. I contagi stanno salendo, la liturgia del terrore alimentata dai fomentatori di paura si è riattivata e chi decide di partire ha paura, in caso di contagio ,di rimanere bloccato all’estero.  Ecco allora che le compagnie di assicurazione hanno visto raddoppiate le stipule rispetto allo scorso anno.

L’Amministratore delegato di Europ Assistance, Fabio Cersenzuola, ha dichiarato che oggi il 45 per cento degli italiani ritiene più importante essere coperto da un’assicurazione durante le vacanze. Da Axa partner Italia dicono che le polizze sottoscritte quest’anno sono state il doppio rispetto a quelle dello scorso anno. Prudenza? Paura? Sicuramente questi due anni hanno condizionato la maggior parte dei nostri comportamenti e delle nostre abitudini. Va riconosciuto che non c’è una grande volontà da parte del Ministro Speranza e delle virostar di lanciare messaggi rassicuranti in tal senso. Una voce fuori da coro oggi è quella del professor Bassetti che si spende, non poco, sui sui canali social a ribadire quanto sia deleterio continuare con questa narrazione allarmistica non giustificata da una reale emergenza.
È vero, dice il primario del reparto di malattie infettive di Genova, i contagi stanno salendo, ma non confondiamo il contagio con la malattia.

I numeri riscontrati nei reparti ordinari e nelle terapie intensive non giustificano alcun allarmismo. Lo stesso Bassetti ritiene che è giunto il momento di trattare il Covid, o meglio le sue varianti, come una malattia endemica. Adottare cioè un atteggiamento medico al pari di tutti gli altri Paesi. Ciò non significa abbassare la guardia ma non alimentare un terrore che poi si traduce in atteggiamenti come quelli citati all’inizio, ovvero un vivere le vacanze con la paura di non poterle godere al meglio. C’è addirittura chi ci sta dicendo che per salvare il turismo dovremmo continuare ad indossare le mascherine al chiuso. Lo ha affermato l’Assessore alla sanità del Lazio Alessio D’Amato.
Se l’incidenza settimanale del Covid (oggi sopra 500 casi ogni 100mila abitanti) e l’indice Rt (che ha già superato il livello critico di 1) continueranno a crescere, è necessario ripristinare l’obbligo di mascherine nei luoghi chiusi e affollati. «Solo così potremo salvare la stagione turistica. Se non arginiamo il numero dei contagiati, presto non ci saranno più i dipendenti di hotel e ristoranti, perché tutti a casa in isolamento”.

Sarebbe opportuno lanciare all’Assessore una provocazione dicendo che i dipendenti di hotel e ristoranti mancano già e non per colpa di contagi ipotetici bensì di un’emergenza reale che sta colpendo un intero comparto in sofferenza per la mancanza di forza lavoro.
Forse sarebbe il caso che la nostra politica si occupasse di questo invece di paventare catastrofismi sanitari che rischiano di mettere un freno al nostro turismo. L’economia deve ripartire, ma per farlo ci vuole la complicità di tutti, altrimenti quest’estate avremo un solo vacanzieri impauriti con grande gioia delle compagnie assicurative.

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