Scanzi rispolvera il pericolo fascista

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Scanzi. Il Governo è caduto, ed è subito iniziata la corsa con campagne elettorali più o meno improvvisate. In queste ultime ore convulse, a suon di dichiarazioni, ne abbiamo sentite tante e nella maggior parte dei casi tutto il contrario di tutto: comprensibile, considerato il caos politico in virtù del quale i parlamentari, ora, sono alle prese con la grande incognita di chi resterà sulle poltrone e chi, invece, sarà costretto a capire cosa fare da grande.

Ego smisurato

Non è una sorpresa, come non lo è la macchina della propaganda già innescata nei giornali “fedeli alla linea”, o meglio, fedeli a quel centrosinistra che, oltre allo spauracchio del fascismo – trasformato per l’occasione in quello del putinismo – sembra non abbia altre carte da giocare. Ed è proprio su questo che si scaglia la rockstar del giornalismo italiano – come lui stesso si definisce Andrea Scanzi (ge mi creu pagu) che poi per colmare “il suo ego che fa provincia” è anche attore, scrittore, autore, saggista, critico musicale, enologo, critico gastronomico e magari pure incantatore di serpenti.

Siamo abituati alla satira di uno dei volti di Accordi e Disaccordi, siamo abituati alla sua ironia che cela, nemmeno velatamente, giudizi sparati senza il benché minimo rispetto degli altri e della professione – quella del giornalista, tra le tante – che ha scelto.

Disprezzo

Prima era un fan sfegatato dei 5 Stelle, poi con il vento elettorale che ha tirato negli ultimi tempi ha rivisto leggermente la sua posizione, avvicinandosi a quel Pd che, come ha raccontato nell’ultima diretta di ScanziLive sulla sua pagina Facebook, potrebbe votare alle prossime elezioni. Eppure, se c’è una cosa su cui non ha mai cambiato idea è il disprezzo per la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni. Rispettabilissima opinione, come tutte le altre, se non fosse che il perbenismo e l’altruismo che ogni giorno sfodera in modo ossessivo nei suoi post, con protagonisti anche gatti brutalmente investiti e gabbiani a dieta, si trasforma spesso in violentissimi attacchi verbali contro la leader di FdI.

“Fratelli di ricino”: così a lui piace definire “Fratelli d’Italia”. Un’affermazione tutt’altro che politica, ma maleducata e ignorante nei confronti di quel passato che lui tanto critica. Uno scivolone squallido quello di Scanzi che trasforma quell’arguzia e sagacia – che gli altri gli attribuiscono – in banalissima e bassa cialtroneria social. “L’Italia è un paese di maggioranza destrosa, che non conosce la storia e non ha memoria – ha detto – se la maggioranza (dei votanti) sarà così fascista, imbecille e ignorante da credere che la soluzione siano Meloni, Santanchè, Salvini e Berlusconi, vorrà dire che questo paese si meriterà anche quella gogna lì”.

Una uscita imbarazzante, segno di un’ideologia confusa che tenta di “acchiappare” gli italiani a suon di slogan sentiti e risentiti, triti e ritriti, invocando la correttezza, l’umanità, il progressismo e il rispetto mediante la stigmatizzazione, non poi così lontana da quella usata dai pericolosi antenati che Scanzi non manca mai di ripudiare. Oggi più che mai Andrea Scanzi ha tutti i requisiti per essere l’uomo del centrosinistra che il Pd, oltre a ciò che rimane dei 5 Stelle, va cercando: chissà che non voglia aggiungere alla sua lista dei mestieri anche quello di politico.

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