Alle volte può persino dispiacere averci visto giusto. Ma questa crisi di palazzo era così strana, così artificiale, così per qualche verso grottesca che il sospetto di una commedia delle parti era quasi una certezza. E infatti tutto il copione era stato studiato per arrivare alle urne prima che si possa manifestare in pieno il collasso economico dovuto al combinato disposto pandemia, guerra, inflazione galoppante, carenza di energia. totale assenza di sovranità e di volontà di averla. Nessun partito di quelli che ormai da troppo tempo occupano i seggi del Parlamento sapendo dire solo Sissignore agli ordini che vengono dai potentati economici per tramite dell’Europa che è la loro agenzia d’affari oltre che loro voce narrante, avrebbe resistito al disastri se le elezioni fossero state primavera e allora si è scelto per la prima volta nella storia della repubblica di andare alle urne in autunno, anzi addirittura ancora quasi in estate, insomma il prima possibile per evitare il disastro conclamato e cercare di rubare ancora una volta il consenso. Per fare questo era necessario inscenare una crisi sul sul nulla, manovrando sia Di Maio, sia Conte che si sono così rivelati attori della premiata compagnia Mattarella – Draghi che per la messa in scena ha aspettato che i parlamentari maturassero il vitalizio. L’ultima volta che gli italiani hanno votato in autunno è stato nel novermbre 1919, due anni prima della marcia su Roma
E poi l’urgenza deriva dal fatto di poter riprende subito in mano la questione pandemica prima che vada in acido o che vengano scoperti gli altarini: è ben noto che questo autunno la narrazione covidista e dunque la distribuzione di veleni sotto forma di vaccini e di repressione riprenderà a pieno ritmo, ma questo non sarebbe garantito da un governo ponte verso le elezioni in primavera e da una sostituzione di Speranza e della sua banda di miserabili armati di tachipirina. Così invece Speranza rimane in carica ad interim per questi due mesi estivi preparando il terzo autunno pandemico e poi ritornerà ad essere il pieno titolare del ministero della salute, chiamiamolo pure così. Questo è almeno quanto previsto dal piano di mandare gli italiani ancora abbronzati se non altro dal sole dei balconi, alle urne e prima che comincino a vedere le prime bollette o l’esplosione dei prezzi tipico dei primi di ottobre. Così i partiti di governo, ovvero tutti i partiti presenti in Parlamento sperano di continuare il sacco del Paese per conto terzi. Accelerando al massimo i tempi sarà inoltre possibile contenere che le formazioni antagoniste del sistema si organizzino e dunque possano avere la speranza di raccogliere un bottino che consenta loro quanto meno di rompere l’unanimismo vergognoso e colpevole di un milieu politico completamente privo di idee e di autonomia. Del resto queste formazioni esclusa una parte del web e una televisione di nicchia è come se non esistessero per l’informazione mainstream che oggi finge di essere in crisi di astinenza da Draghi, avendo attivamente collaborato con i suoi petardi ad accreditare la farsa della crisi sul nulla. .
La rappresentazione sarebbe anche divertente se essa non fosse stata messa in scena per ingannare gli italiani e scipparne la scheda elettorale prima che le conseguenze delle sciagurate scelte europee si riversino interamente sui cittadini. A questo punto sappiamo perfettamente che l’unico modo di liberarsi di questi parassiti, di queste larve del Wef è la disobbedienza civile massiccia, articolata e portata ad oltranza: gli strumenti della democrazia rappresentativa che dipendono in gran parte dalla pluralità e dalla libertà del sistema informativo non sono sufficienti nella fase di dittatura dei media a fare da tramite fra la volontà dei cittadini e il sistema politico: dunque al di là dell’impegno delle persone coraggiose che organizzano le formazioni antagoniste alla autoritarismo, bisogna lasciare che siano le piazze a parlare. Ma facendolo in modo che questo non possa scatenare la furia repressiva che si intuisce perfettamente in un cornuto come Draghi e i suoi accoliti. Questo non vuol dire che l’espressione del dissenso sarà gratis, non lo è mai stato nemmeno con gli scioperi e lo sarà ancora meno domani : occorre organizzare il dissenso con chiusure coordinate di attività, con costanti volantinaggi, con azioni simboliche, presenza costante che siano visibili perché la maggior parte delle persone si deve rendere conto che esiste chi non ci sta e questo le darà il coraggio di liberarsi dall’ipnotismo di questi anni e di non starci a loro volta. Bisogna uscire dal silenzio e dalle ritualità. Bisogna rendersi conto che il vero nemico non sono i camerieri del potere, ma è l’impero stesso che ha deciso il suicidio dell’Europa e che vede come il fumo negli occhi il possibile distacco di alcuni Paesi dalle logiche che ha imposto.
E’ un potere che fa paura, che certamente non avrebbe alcun ritegno come in passato a mobilitare i suoi servetti dei servizi per annegare nel sangue di innocenti la volontà di liberazione, ma è allo stesso un potere debole che è isterico perché ha appena perso ufficialmente il monopolio del mondo e quindi avvia ad essere vittima degli stessi strumenti che ha usato per dominarlo negli ultimi decenni: il denaro a corso legale, ma senza relazione con valori reali. Può diventare violento perché è sempre più debole: 14 anni fa all’epoca della crisi subprime non ci fu bisogno di una pandemia e degli strumenti di sorveglianza che essa ha favorito per controllare la situazione. Oggi ha bisogno della pandemia e della guerra, dello stato di eccezione e delle leggi marziali. Ma la guerra l’ha già persa.