Per l’economia mondiale sarà un 2023 duro. Lo riporta il World Economic Outlook dell’Fmi. Recessione tecnica per Italia e Germania, stagnazione per Europa e Usa, frenata per Cina, India e persino per i rampanti Paesi del Sud-Est asiatico: sulla crescita pesano caro-energia e inflazione
L’Fmi lancia l’allarme per l’economia mondiale nel suo report annuale sull’economia mondiale, il World Economic Outlook. “Nubi di tempesta si addensano” sull’economia globale, sulla quale gravano rischi al ribasso secondo il Fondo Monetario Internazionale. Il Fmi conferma per l’economia globale la crescita del 2022 al +3,2% ma rivede al ribasso quella del 2023 al 2,7% (-0,2 punti percentuali sulle stime di luglio). “Più di un terzo dell’economia globale si contrarrà nel 2023, mentre le tre maggiori economie – Usa, Cina e Unione Europea – continueranno lo stallo” tra crescita zero o in declino relativo nel caso di Pechino.
In sostanza l’economia mondiale deve ancora interiorizzare al massimo gli choc subiti a causa della crisi energetica e degli impatti sulle catene del valore. “In breve il peggio deve ancora venire e per molti il 2023 sarà avvertito come recessione”, afferma il capo economista del Fmi Pierre-Olivier Gourinchas, sottolineando come l’invasione della Russia continua a destabilizzare con forza l’economia globale. Oltre alla distruzione di vite e delle condizioni di vita, scrivono gli economisti del Fondo, ha portato a una grave crisi energetica in Europa, che ha fortemente aumentato il costo della vita e che ostacola l’attività economica. I prezzi del gas in Europa sono più che quadruplicati dal 2021, con la Russia che ha tagliato le consegne a meno del 20% del livello del 2021, aumentando la prospettiva di una carenza di energia durante il prossimo inverno e oltre. Il conflitto ha poi fatto alzare i prezzi dei generi alimentari sui mercati mondiali, causando serie difficoltà per le famiglie a basso reddito in tutto il mondo e specialmente nei cosiddetti Paesi a basso reddito.
Rischio recessione tecnica per l’Italia
I Pil nominali saliranno nel 2022 per effetto dell’inflazione che toccherà il picco al 9,5% a fine anno ma si contrarranno in molti Paesi nel 2023, tanto che per Paesi come la Germania la recessione sarà anche nominale, mentre in alcuni trimestri riguarderà anche Stati come Francia, Italia e Regno Unito. Per Roma c’è un’attenzione particolare: “ci attendiamo che l’Italia entri in recessione tecnica nei prossimi trimestri soprattutto per l’impatto della crisi energetica, per l’alta inflazione e del calo dei redditi”, ha indicato Petya Koeva Brooks, vice capo economista dell’Fmi incontrando la stampa per la presentazione del World Economic Outlook a Washington.
L’aumento delle pressioni inflative resta la “minaccia più immediata” per lo sviluppo futuro della prosperità mondiale, riducendo i redditi reali e danneggiando la stabilità macroeconomica, aumentando inoltre le disuguaglianze. Nell’aggiornamento del World Economic Outlook l’Fmi sembra dare un sostegno velato alle politiche delle banche centrali di tutto il mondo, che sono ora totalmente concentrate sul ristabilire la stabilità dei prezzi. Il sostegno non è però incondizionato, dato che alla luce del fatto che sulle strette monetarie è stata impressa una forte accelerata negli ultimi mesi esiste la prospettiva di un’eccessiva durezza capace di penalizzare l’economia reale.
Calerà anche la crescita di molte economie “ruggenti” negli anni scorsi: -0,6% le prospettive di crescita dell’India rispetto al report di luglio, con Nuova Delhi che si espanderà economicamente del 6,8% quest’anno e del 6,1% nel 2023. Per il gruppo Asean-5, comprendente le cinque principali economie dell’Associazione delle nazioni del Sud-est asiatico – Indonesia, Malesia, Filippine, Thailandia e Vietnam – si prospetta una crescita complessiva del 3,8 per cento nel 2022 e del sei per cento nel 2023. La stima per quest’anno è stata migliorata, dello 0,4 per cento, mentre quella per il prossimo è stata abbassata dello 0,1 per cento. La frenata dell’Asia, principale motore della crescita mondiale negli scorsi anni, frena l’economia internazionale. E con una crisi energetica ancora in via di sdoganamento nel Vecchio Continente e prospettive difficili da individuare sul fronte dell’inflazione, è chiaro che per quanto gravi i dati del report Fmi potrebbero essere solo l’inizio. Il 2023 sarà un anno tutto in salita per le economie del pianeta.